Ho ricevuto la notizia peggiore che potessi immaginare. Quella che non avrei mai voluto sentire. A cui non posso ancora credere. E che ritengo ingiusta, immotivata. Ma soprattutto ingiusta, di nuovo.
Così ho deciso che voglio parlare della mia famiglia, che non è solo mamma, papà, cane e parenti. Famiglia è anche altro.
Famiglia è la Gina. La Gina che sorride sempre. La Gina che quando fa il caffè lo serve con il piattino. La Gina che ha quattro gatti e che per una mattina ne ha avuto anche un quinto; ma cinque erano davvero troppi e perciò quello l'ha dovuto regalare, anche se poi c'è stata così male che non ha mangiato per tutto il giorno. La mamma della Gina, che non ha mangiato come la figlia. La sorella della Gina, che ho conosciuto mentre vagava spensieratamente per casa in mutande; e da allora ha continuato sempre così (che tanto effettivamente ce l'abbiamo tutte uguale!).
Famiglia è Tony B, o meglio Antonio Banderas. Non che conosca quel Banderas in carne e ossa, però Tony B ci somiglia. Me l'ha detto proprio lui una sera mentre eravamo in macchina e stavamo andando a bere qualcosa sui Navigli (perciò non eravamo ancora brilli): "Vero che con i capelli ricci sembro lui?" - "Uguale!". Tony B, che mi manda dei messaggi tutti suoi: "Minchia Lolly! Ho beccato una foto sul cellulare di Halloween! Ma quanto eri figa... E io grasso!".
Famiglia è Charlie, che non è un cane tipo Marely, anche se è l'amico migliore che ho. Charlie che è l'unico che sa proprio tutto-tutto-tutto di me, come il fatto che parlo da sola (ok adesso lo sapete anche voi) o che scrivo su questo blog. Charlie che è l'unico con cui posso fare pipì, pupù e bagno mentre ci parlo al telefono. Charlie con cui ogni tanto c'ho dei bassi, ma poi pure degli alti: "Non diventeremo mai quegli amici del ciao come stai una volta ogni tanto o degli auguri di Natale e stop!" - "No che non lo diventeremo! Perché ti spacco la faccia! Anzi ti straccio le palle fino alla morte, che è peggio!" - "Intendi fisicamente? No perché potrebbero pure servirmi ogni tanto, eh!" - "Dipende tutto da te. Trasformati in quella sottospecie di amico e le perdi!" - "Ti adoro quando sei sadomaso!". Sempre Charlie che mi manda l'in bocca al lupo per gli esami alle 6.20 del mattino e che si prende cura di me: "Ci sono 9 gradi. Copriti bene che io sono in maniche corte ed uscire di casa così è stato micidiale!".
Ma famiglia è altro ancora. Non è solo presente. E' anche passato.
Famiglia è Nonna Lucy, la nonna di Rugby che però è stata e sarà per sempre anche la mia di nonna. Nonna Lucy che mi preparava con tanto amore la torta di mele e sambuca. Nonna Lucy che conserva ancora le mie fotografie di un ferragosto trascorso a casa sua. Quella casa, in cui ci facevo pure la doccia. Nonna Lucy che non mi ha mai dimenticata, perché la morosa che gli è stata presentata dopo di me, ha comunque continuato a chiamarla col mio nome. Nonna Lucy, a cui voglio stringere la mano per l'ultima volta, prima che quel brutto male se la porti via.